Nonostante
numerosi storici parlando delle origini di Alba siano discordi circa la
sua appartenenza alla popolazione marsa o equa, Livio uno dei più
attendibili la colloca in territorio equo. Questo popolo fiero e
militarmente prestante aveva probabilmente costruito sulla collina di
Alba un oppidum che dominava tutte le vallate circostanti. La sua
rilevanza strategica non sfuggì ai romani che, per poter portare avanti
la propria espansione nell' Italia centrale, cercarono in ogni modo di
conquistarla. Dopo sanguinose battaglie e l'affermarsi sempre più
evidente della potenza romana, gli Equi furono sconfitti e massacrati.
Cosi' attorno al 303 a.c. Alba Fucens, sotto il consolato di Lucio
Genucio e Servio Cornelio, fu trasformata in una delle più importanti
colonie latine. Il fatto che Alba giocasse un ruolo di primaria
importanza nelle strategie militari dell' Italia centrale è confermato
dalla deduzione di 6000 coloni , come attesta tito livio (IX, 43,25)
"Soram atque Albam coloniae deductae. Albam in aequos sex milia
colonorum scripta". La presenza dei coloni e la stima di Roma nei
confronti della leale città creerà tra esse un legame fortissimo, che
porterà Alba Fucens ad un rapporto di fedeltà assoluta verso Roma. Già,
infatti, nei primi anni del III sec. a.c. una spaventosa coalizione
(Etruschi, Umbri, Sanniti e Galli) puntava su Roma. Gli Albensi e le
popolazioni limitrofe si allearono alla causa romana favorendo così
l'arrivo della vittoria di Sentinum (295 a.c.). durante le guerre
puniche, Annibale si inoltrò con i suoi eserciti nel cuore dell' Italia
centrale e guidò una marcia verso Roma mentre le armate consolari erano
lontane. La Urbe in pericolo non poté fare altro che chiedere aiuto
alle colonie vicine. Fu proprio in questo episodio che ancora una volta
si manifesta la fedeltà di Alba, che invia 2000 uomini a contrastare
l'avanzata di Annibale che si ritira verso sud (211 a.c.). Alla fine
della seconda guerra punica Siface re dei Numidi, fu catturato e
portato in confino ad Alba (203 a.c.). Stessa sorte toccò a Perseo di
Macedonia (168 a.c.) e a Bituito re degli Averni. Questi episodi
confermano che la colonia in quel tempo venisse utilizzata come sede di
prigionia dei re detronizzati. Nel corso delle guerre sociali Alba
rimane ancora fedele a Roma resistendo ai numerosi attacchi dei socii
ribelli. Al termine della guerra in applicazione della ?Lex Julia
Municipalis de Civitate danda?, la città come il resto d' Italia
ottenne l'ordinamento municipale e la cittadinanza romana. Negli
scontri tra Mario e Silla (88/82 a.c.) Alba si schierò con Mario mentre
nella guerra civile tra Pompeo e Cesare (49/45 a.c.) le truppe di
Pompeo stanziate nella colonia passarono deliberatamente dalla parte di
Cesare. Durante l'eta' imperiale Alba vive un perido di grande
prosperità economica. In quest'epoca vengono riammodernati e abbelliti
monumenti pubblici e privati mentre sorgono nuove strutture. Tutto
questo benessere era dovuto anche all'incremento economico che aveva
apportato la bonifica del lago Fucino. La crisi e la decadenza della
colonia iniziano nel III sec. d.c. e si accentuano nel VI sec. in
seguito ad alcuni eventi sismici e le frequenti invasioni barbariche
che comportarono, l'abbandono progressivo della città. In seguito al
fenomeno dell'incastellamento feudale, nel IX sec. troviamo l'abitato
concentrato sull'acropoli dove intorno al castello si formerà il
villaggio medioevale.
STORIA MEDIOEVALE
La decadenza di Alba come colonia latina coincide con la decadenza
dell'impero romano. Tra le varie cause ci furono naturalmente le
invasioni barbariche , il collasso dell'amministrazione romana e la
provincializzazione dell'esercito ma anche la mancanza di manutenzione,
con conseguente riallagamento delle terre emerse dalla bonifica del
Fucino da parte di Claudio , nonché l'impossibilità di ricostruire gli
edifici crollati a causa dei sismi. Inizia cosi' il periodo degli
spostamenti della gente del paese verso posti più in alto e difesi,
magari più distanti dalla viabilità principale, che aveva determinato
la grandezza di Roma e che ora invece favoriva i barbari nel
raggiungere i grandi centri strategici come Alba. Questo momento
definì, insieme al calo demografico del VI sec. d.C., l'abbandono della
zona centrale di alba, che si fa completo nel XI sec. con l'arrivo dei
Saraceni, ed il costruirsi del borgo medievale sull'altura principale
del colle S. Nicola, dove venne costruito il castello. Con l'arrivo dei
Longobardi questa zona venne annessa al gastaldato di Spoleto (a
Tagliacozzo in un palazzo sono ancora visibile gli stemmi). Fu con
Ludovico II che passò a contea, sotto i conti dei Marsi con Berardo I,
detto “Il Franciscus”. Nel 1173 diviene conte di Albe Rugerio.
Successivamente il borgo venne distrutto da Carlo D' Angiò nell' ambito
degli eventi che seguirono la battaglia contro Corradino di Svevia che
si svolse nei piani Palentini , cioè sulle pendici a sud-ovest della
collina . Dopo questo evento Alba cominciò effettivamente a perdere
importanza come centro della Marsica e i suoi territori vengono contesi
tra le grandi famiglie dei Colonna e degli Orsini. Infatti, dalla
contessa di Gravina , Giovanna Durazzo , che era in possesso della
contea (1372) , passò agli Orsini che fecero ricostruire molti degli
edifici danneggiati. Successivamente la contea fu consegnata dalla
regina Giovanna II al fratello del papa Martino v, Lorenzo Colonna
(1428). Otto anni dopo i territori passarono a Giacomo Caldora, per
tornare nuovamente ai Colonna ai quali, però, si sostituirono
nuovamente gli Orsini con Giovanni Antonio nel 1441. Durante
quest'epoca gli Orsini spostarono i centri d'interesse della Marsica da
Albe a Tagliacozzo e Celano, arricchendo quest'ultimi sia
economicamente che culturalmente, trascurando sempre di più Alba, la
quale soffocata da queste due nuove realtà, non parteciperà mai a quel
risorgere che ha interessato diversi centri nel Rinascimento. Con l'
instaurarsi del Regno Borbonico, vengono a spostarsi gli assi
mercantili di terra delle vie della lana, impoverendo non solo Albe ,
ma tutta la fascia centrale che rimane al difuori di questo commercio
anche per il sorgere del fenomeno del brigantaggio che perdurerà fino
all'inizio dei primi decenni del XX sec.. La fine del borgo medioevale
fu determinata dal terremoto del 1915, che sorprese nella mattina del
13 gennaio gli abitanti facendo molte vittime e riducendo il paese a un
ammasso di macerie. Oggi il borgo e' ancora un cumulo di ruderi, anche
se alcuni edifici come la chiesa di S. Nicola ed il castello degli
Orsini si distinguono particolarmente bene (visita i monumenti) ,
tuttavia , ultimamente, una piccola parte di esso e' stata restaurata.
STORIA MODERNA
Dopo la catastrofe del 1915 furono erette nella zona aia di S. Maria
(sotto le pendici del colle S.Pietro), delle baracche di legno per i
terremotati. Dopo pochi anni il genio civile costruì, con i contributi
statali, delle dimore stabili asismiche all'interno della cinta muraria
romana, formando una sorta di ferro di cavallo intorno al "piano di
civita". Essendo rimasto l'abitato sprovvisto di edifici pubblici,
vennero fatti dei progetti per la nuova chiesa parrocchiale. Il primo
risalente al 1921, dall' ing. Bultrini, il quale prevedeva un edificio
provvisto di tre navate anzichè una, e senza il riutilizzo degli
elementi recuperati dalle macerie del terremoto, tra cui il rosone e
venne quindi bocciato. In seguito, nel 1935, venne presentato un nuovo
progetto, firmato dal geometra Colabianchi ed dall' ing Amorosi, che
seguendo le indicazione della Soprintendenza e le nuove norme
costruttive antisismiche, realizzarono la chiesa in una navata unica,
prospetto frontale simile a quella distrutta (romanico aquilano), con
inserito il rosone ed il portale originario della vecchia chiesa di S.
Nicola. Durante la seconda guerra mondiale alba si rivelò, come del
resto in tutta la sua storia, un punto strategico. Nel 1943 il
feld-maresciallo Kesserling pone il comando della linea Gustav a Massa
D'Albe (l'attuale comune di cui Alba è frazione). Ad Alba Fucens, sulla
“terrazza nord” (probabile campus dell' antica città) fu posta la
contraerea. Finita la guerra, con la vittoria degli alleati, venne
abrogata la legge imposta da Mussolini che impediva l'emigrazione ed il
paese cominciò a spopolarsi. Nel 1949 una missione archeologica belga
cominciò una campagna di scavo portata avanti per circa un trentennio.
Furono riportate alla luce, il piano di civita, dove erano concentrati
gli edifici pubblici della città romana e l'anfiteatro. Questi scavi
che potevano rappresentare una vera opportunità di sviluppo turistico,
con il conseguente arrivo del benessere economico per la gente del
posto, risultarono essere invece una condanna per gli Albensi poiché i
vincoli archeologici, spesso eccessivamente restrittivi, impedirono un
minimo sviluppo urbanistico della nuova Alba. Tutto ciò portò con il
tempo ad un ulteriore svuotamento del paese. Il 1957 vide il restauro
della chiesa romanica di S. Pietro. i lavori eseguiti dalla
soprintendenza furono diretti dall' architetto De Logu. Oggi Alba,
riemergendo dalle nebbie del passato, graziosa ed invitante accoglie
circa 40.000 visitatori l'anno, lasciando ad ognuno un'emozione
indimenticabile.
TRADIZIONI
Le tradizioni albensi sono moltissime e per la maggior parte legate
all' aspetto religioso. La più famosa è "La festa delle SS. Reliquie":
questa si divide in Grandi e Piccole Reliquie.
PICCOLE RELIQUIE
Il giorno delle Piccole Reliquie si festeggia a S. Stefano (26
dicembre). Durante la giornata si estraggono i nomi dei “festaroli” che
porteranno avanti la festa delle Grandi Reliquie il giorno di
Pasquetta. Questo avviene dopo il rito della S. Messa, che è
propiziatorio alla scelta casuale delle persone, nonché alla buona
riuscita della futura festa.
GRANDI RELIQUIE
Il giorno di "lunedì in albis", si svolge la festa delle SS. Reliquie,
detta delle Grandi Reliquie. La festa si apre con i tradizionali fuochi
d' artificio, la deposizione della corona ai caduti, e la
S. Messa. Si inizia con la processione delle statue di alcuni santi,
venerati nel posto e delle Reliquie conservate nei loro reliquiari, che
partendo dalla chiesa parrocchiale di
S. Nicola, riutilizzando anche una antica strada romana, arriva alla
chiesa di S. Pietro dove viene celebrata la funzione.
Dopo l'omelia, viene fatta la solenne benedizione con le SS. Reliquie.
Queste Reliquie erano fino al terremoto del 1915, racchiuse in preziosi
reliquiari che furono donati alla città di Alba dalla regina Giovanna
II di Napoli, la quale trovandosi di passaggio in questo posto, rimase
talmente affascinata che pensò di lasciare un suo ricordo, donando
appunto i reliquiari ed altri oggetti di arredo sacro di gran valore.
L'elenco delle Reliquie e rispettivi reliquiari comprendeva tra l'
altro:
un trittico bizantino in argento raffigurante Gesu' in braccio alla
Madonna, la cui aureola era adornata da pietre preziose; una croce
argentea ,detta dei quattro evangelisti; un altro trittico della
Madonna con i santi intorno in avorio, racchiuso in una custodia di
cuoio; una cassettina quadrata scolpita in legno , raffigurante sirene,
aquile e centauri; un pezzo della S.S. Croce ; un dito di S.
Sebastiano; alcune pietre che lapidarono S. Stefano; un cerchio d'oro
detto di S. Luigi IX; alcune reliquie su piastre d'oro; un dipinto
della madonna,assai miracoloso e molte altre reliquie. Dopo il
terremoto del 1915 i reliquiari piu' preziosi sono stati portati a
Palazzo Venezia a Roma ed oggi alcuni di essi si trovano esposti nel
castello di Celano. Nonostante ciò ad Alba rimangono ancora una
trentina di reliquie "minori".
Dopo la celebrazione della Messa la processione fa ritorno nella chiesa
di S. Nicola però prima di rientrare si assiste allo spettacolo dei
fuochi pirotecnici.
Dopo l'abbuffata del pranzo la festa continua.
Nel pomeriggio vengono svolti giochi popolari in piazza, musiche e
danze.
Chiudono la festa i fuochi pirotecnici finali.
L'EPIFANIA
Il sei gennaio, viene festeggiata l' Epifania. La festa, naturalmente,
è dedicata quasi esclusivamente ai bambini, i quali passeranno un
pomeriggio dedicato ai giochi natalizi come la tombola, il settemmezzo,
ecc... ma non dimentichiamoci del gioco proposto dalla befana in
persona.
S. ANTONIO ABATE
Il 17 gennaio viene festeggiato uno dei santi più popolari del luogo:
S. Antonio Abate. Alba nel suo enorme patrimonio artistico ha
conservato una antica statuetta in legno, di inestimabile valore, che
apparteneva alla chiesetta di
S. Antonio, distrutta dal terremoto del 1915. Questa statua da secoli,
ogni anno, viene assegnata ad una delle famiglie del luogo. Questo
evento avviene appunto nel giorno di S. Antonio ed il festarolo, la
persona cioè che riceve la statua, offrirà libagioni, in onore del
santo, a tutto il paese.
LA FESTA DELLE ZITELLE
È abbinata ai festaggiamenti della Madonna Addolorata che ricorrono la
seconda domenica di ottobre. Ancora una volta la festa è legata ad un
oggetto sacro, il quadro della Madonna Addolorata. È detta la festa
delle zitelle perché il quadro può essere ospitato soltanto da persone
non sposate. Il quadro viene portato in processione fino alla chiesa,
dove la vecchia festarola (che ha l'obbligo di organizzare un pranzo
per dare l'ultimo saluto alla Madonna, invitando naturalmente anche la
nuova festarola) lo consegnerà alla nuova prescelta , la quale si
porterà il quadro a casa. Tutta la gente che si recherà alla casa
ospitante il quadro dovrà cantare con la festeggiata le litanie in
onore della Madonna. Dopo aver onorato degnamente la Santa Vergine ci
sarà un rinfresco offerto dalla padrona di casa.
LA PANETTA DI S. NICOLA
Il sei dicembre viene festeggiato il patrono del paese. La
distribuzione del pane da parte del sacerdote agli abitanti risale ai
tempi medievali quando lo stesso raccoglieva le offerte e le donazioni
dei credenti. Il prete ringraziava i fedeli donando il pane benedetto
il giorno del santo, dopo la S. Messa.
FESTE LAICHE
Durante l'estate alba, come tutti i piccoli borghi abruzzesi, si
ripopola e si riempie di turisti. Per loro e per chiunque voglia
divertirsi e svagarsi un po', enti locali e la cooperativa Alba Fucens
organizzano: giornate sportive, spettacoli culturali nell'anfiteatro,
spettacoli locali in piazza, sagre e manifestazioni varie.
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